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Seguendo il lungo percorso del Rodano, giunti a 80 km dal mare, là dove la Provenza si fonde con  l’Aquitania in una regione chiamata Vaucluse,  incontriamo Avignone, la Città dei Papi. Dal 1308 infatti, Avignone è stata sede del papato.

Nel 1294 il Conclave elesse papa l’eremita Pietro Angeleri  che assunse il nome di Celestino V che dopo contrasti con la corte ed i francesi decise di dimettersi nello stesso 1294 (e’ ricordato da Dante come il “papa del gran rifiuto”) . Dopo una serie di vicissitudini durate alcuni anni nel 1305 fu eletto un papa francese che assunse il nome di Clemente V il quale trasferì immediatamente ad Avignone la sede del Papato. Ebbe inizio la cosiddetta cattività avignonese che durò quasi un secolo , quando Gregorio XI fece ritorno a Roma.

Avignone fu anche il centro della vita di un grande italiano, il Petrarca. Qui il nostro grande scrittore si era legato professionalmente al papato e acquistò una casa in Vaucluse dove soggiornava ogni volta che gli era possibile e cominciò a fare la spola tra Francia e Italia, dove nel frattempo andava consolidando una fitta rete di conoscenze. Via via si consumò il distacco di Petrarca dal mondo avignonese, che descriveva come un ricettacolo di vizi e corruzione e soprattutto come il luogo in cui la Chiesa scontava il suo esilio.

Oggi Avignone è una ricercata meta turistica inserita dal 1995 tra i Patrimoni Unesco per il suo centro storico col suo monumentale complesso urbano, situato nel cuore della città storica che ha mantenuto la sua integrità nonostante le vicissitudini della storia. A caratterizzare la città il Palazzo dei Papi, “la casa più fortificata del mondo”, trasformato in caserma dopo la Rivoluzione francese , restituito poi solo all’inizio del ‘900 ad un uso coerente con la sua dignità e la sua storia. Tra i monumenti da visitare non possono mancare: il grande complesso episcopale con la Cattedrale di Notre-Dame des Dom, le possenti mura che cingono il centro storico e il ponte Saint Bénézet, più conosciuto come le pont d’Avignon”, con la sua storia strettamente legata agli umori del fiume, che conserva ancora quattro archi dei ventidue originali, per testimoniare la sua storia e la sua importanza.

E’ però tutta l’area della Vaucluse ad essere magnifica, ricca di storia e di monumenti, ma soprattutto un paradiso per gli enoturisti rappresentato da decine di bellissimi borghi, insostituibili custodi della più autentica tradizione enogastronomica locale.

Il più famoso di questi luoghi è senza dubbio Châteauneuf-du-Pape, residenza estiva dei papi di Avignone da cui dista una decina di chilometri. Questo piccolo villaggio di poco più di 2.000 abitanti è una delle gemme dell’enologia francese con vini di altissima qualità e di immenso valore, riconoscibili immediatamente dallo stemma papale impresso sulla bottiglia di vetro. Sebbene l’uva sia stata coltivata nella regione sin dall’epoca gallo-romana, furono i papi ad elevare lo status dei suoi vini. La vera produzione del vino iniziò durante il regno di  papa Giovanni XXII, che portò con sé la vite ad Avignone da Cahors. Commissionò la costruzione di una fortezza a Châteauneuf-du-Pape, che divenne la residenza estiva del papa. Dichiarò la bevanda di produzione locale il “Vino del Papa”, e questo è ciò che è stato poi servito al prestigioso tavolo del Palazzo dei Papi. Il vino di Châteauneuf-du-Pape veniva inviato in tutta la Francia, oltre che in Germania e Spagna. Nel 1936 Châteauneuf-du-Pape è diventato il primo vino a denominazione di origine controllata del mondo.

Il territorio, situato nella parte meridionale della Côtes-du-Rhône, è costituito da suoli molto diversi: ghiaiosi e sabbiosi, nonché ciottoli tondeggianti caratteristici della zona, igalets roules”. Questi ciottoli assorbono il calore durante il giorno e lo restituiscono alle viti durante la notte, il che aiuta a maturare l’uva in modo sostanziale. Il clima è mediterraneo, caldo e secco e il vento di maestrale protegge le vigne dalle malattie. Dal 2019, la produzione di Châteauneuf-du-Pape è stata inserita nella lista del patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO.

Arrivando a Chateauneuf-du-Pape una tappa d’obbligo è rappresentata da La Maire Germaine, ristorante stellato e hotel in Rue Commandant La Maire, simbolo di questo luogo, posizionato proprio al centro del villaggio in una suggestiva piazzetta di classica impronta francese. La cucina è eccezionale cosi come la carta dei vini interamente di territorio.   La ricchezza dell’incantevole paesino è rappresentata dal vino e tutto sembra declinato sulla centralità della vigna e del suo vitigno principe: la Grenache.

L’AOC Chateauneuf-du-Pape conta oltre 300 produttori, si estende per più di 3000 ettari, tanto quanto le Langhe e il Roero insieme, ed è caratterizzata dalla forma di allevamento ad alberello, tipica delle regioni del sud del Mediterraneo e di origine greca.  La dimensione delle cantine è di chiara impronta artigianale e l’intero villaggio accoglie nelle viuzze l’ingresso a molte di esse e visitando il villaggio durante il periodo della vendemmia si avverte l’odore del mosto sprigionarsi di cortile in cortile. Alcune di loro sono delle vere e proprie icone : Domaine du Bannaret, Chateau La Nerthe, Domaine Juliette Avril,  Vieux Telegraphe, Domaine de la Janasse e tante altre ancora. La cosa bella è che è possibile passeggiare tra i vigneti, noleggiare una bicicletta e percorrere il percorso di oltre 16 km che si snoda tra di essi.

A pochi chilometri da Chateauneuf-du-Pape si trova Orange, un’antica cittadina di origine romana il cui arco e teatro sono inseriti anch’essi nella lista dei Patrimoni Unesco. Un luogo assolutamente da visitare e dal quale partire per continuare l’esplorazione della Vaucluse arrivando ai confini del Parco Naturale del Luberon, dove due villaggi cattureranno il visitatore col loro incredibile fascino: Gordes e Roussillon.

Gordes è un piccolo borgo, unico e inimitabile, arroccato su uno sperone di rocce bianche che si affaccia su un panorama mozzafiato salito alla ribalta grazie a un film girato nella sua piazza. Un’ ottima annata con Russel Crowe. Una volta entrati nel villaggio si può  passeggiare tra le sue piccole strade acciottolate e tortuose che lo rendono uno dei borghi più affascinanti della Provenza. Camminando si possono scoprire le antiche facciate con le volte e gli archi, le meridiane e le vecchie case in pietra ornate da vegetazione rampicante.

A pochi chilometri da Gordes incontriamo Roussillon un villaggio magico, una tavolozza di colori vivente dove è impossibile non osservare i meravigliosi angoli arricchiti dai colori delle persiane, dai piccoli giardini fioriti che si affiancano ai muri arancioni delle case. Una vera esperienza è quella di percorrere il Sentiero delle Ocre, un tripudio di colori , dove è possibile ammirare tutte le sfumature di rossi, arancioni, gialli che la terra offre ai visitatori. Un paesaggio surreale di una valle nata milioni di anni fa grazie all’erosione degli agenti atmosferici. Un percorso a piedi indimenticabile in questo angolo suggestivo del Luberon.

Quest’angolo estremo della Provenza permetterà al viaggiatore di vivere un’esperienza unica, ripercorrere il passato partendo da alcune migliaia di anni fa e risalire via via fino ai giorni nostri,  godendo al tempo stesso di una cucina ricchissima di tradizione e di vini caldi, avvolgenti come un morbido velluto. Un viaggio che si fisserà per sempre nella memoria del visitatore regalando a chi lo ha vissuto intense emozioni…

Domenico Tappero Merlo