Il Trabocco, che per secoli è stato mezzo di sostentamento per molte generazioni di pescatori, oggi è diventato un’icona della Regione Abruzzo e, in particolare, un simbolo della costa centro-meridionale corrispondente alla provincia di Chieti la quale è stata appunto definita “Costa dei Trabocchi”.
Da “macchina da pesca” efficiente e prospera si è trasformato, nel tempo, in elemento architettonico in grado di valorizzare l’aspetto estetico e paesaggistico del territorio in cui esso è “ancorato”. Infatti, i cambiamenti climatici, ambientali, morfologici e socio-economici, hanno portato ad una modifica della destinazione tipica del trabocco stesso.
Iniziando l’analisi dalle origini storiche di questa struttura è opportuno precisare che nessuno è in grado di stabilire con esattezza l’epoca in cui i trabocchi siano stati ideati e costruiti per la prima volta. Si può solo supporre che l’uomo li abbia inventati per evitare di affrontare il mare aperto per la pesca riducendo al minimo il rischio di intemperie.
I trabocchi sono vere e proprie “architetture senza architetti” in quanto la loro costruzione difficilmente può essere tradotta in calcoli e restituita in disegni ma avviene sulla base di quanto “dettato” dei professionisti del mestiere.
Un tempo il pescato era pane quotidiano per i traboccanti che hanno saputo creare fantastici piatti divenuti oggi patrimonio regionale che rendono l’esperienza di una visita al trabocco ancora più intensa: sospesi tra cielo e mare, con vista mozzafiato, di giorno all’ombra delle tettoie profumate di mare, di notte al bagliore della luna e delle candele, i trabocchi offrono piatti gustosissimi utilizzando il pescato giornaliero e prodotti a chilometro zero.
Accompagnano le portate i racconti dei titolari su questi luoghi identitari e sulla vita degli uomini che ne hanno fatto la storia e per i più intraprendenti show cooking, prove di pesca e laboratori per bambini.
La vista dai trabocchi indulgendo sul circondario porta con sè l’invito a visitare le antiche abbazie, le meravigliose e rigogliose riserve naturali che li circondano. Questo tratto di costa è infatti pieno di spiagge in cui si può prendere il sole e fare un bagno. La maggior parte del litorale è adibito a spiaggia libera ma si possono trovare anche stabilimenti balneari, soprattutto in corrispondenza dei vari paesi.
Tra le spiagge più belle della costa dei Trabocchi c’è a pieno titolo anche quella de I Ripari di Giobbe, composta da ciottoli misti a sabbia dorata, estremamente suggestiva perché riparata da due promontori rocciosi di pietra arenaria che arrivano a picco sul mare.
È suggestivo percorrere il tratto della Costa dei Trabocchi, anche, in bicicletta. Si può sfruttare la Via Verde, ovvero la ciclabile a pochi metri dal mare, con una bellissima vista panoramica.
Lungo la costa dei Trabocchi si trova anche una località del comune di San Vito Chietino, nota come Promontorio Dannunziano. Il nome è legato al fatto che lo stesso Gabriele d’Annunzio rimase affascinato da questo territorio, tanto che nell’estate del 1889 vi trascorse qualche mese.
A pochi chilometri dalla costa ci sono, infine, anche svariati borghi e città da non perdere e che vale la pena scoprire.
Francesca Sirignani