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Seconda isola per grandezza del Mar Mediterraneo, con oltre 20.000 kmq di superficie, la Sardegna è caratterizzata da una varietà che raramente si può trovare altrove. L’offerta turistica dell’isola non si esaurisce, perciò, con la stagione estiva, che la vede tra le mete più ambite per le sue spiagge di sabbia finissima e le romantiche baie dalle mille sfumature di blu. L’autunno è, in effetti, il periodo perfetto per goderne il dolce clima, i paesaggi selvaggi e incontaminati e i prodotti gastronomici locali pregiati che contano ancora su antiche tradizioni di lavorazione delle materie prime.

I suoi 2.000 km di costa offrono meravigliose spiagge, angoli da sogno e paradisi per gli amanti degli sport acquatici. Chi preferisce la vela amerà il nord-est della Sardegna, in particolare la Costa Smeralda e l’Arcipelago della Maddalena, zone in cui è presente la maggior parte dei porti turistici, oppure la costa orientale, dove si può̀ organizzare un giro in barca partendo da Porto Corallo e proseguendo poi per lo spettacolare Golfo di Orosei fino ad arrivare a Golfo Aranci.

Sinis, Putzu Idu e Capo Mannu sulla costa occidentale, più ventosa di quella orientale, sono perfetti per praticare sport come il windsurf e il kitesurf.

Persino i percorsi in kayak sono molto diffusi, come quello che, in circa 40 minuti, da San Pantaleo raggiunge le sorgenti di Su Gologone, all’interno di un ambiente unico e spettacolare tra i bianchi calcari del Supramonte da un lato ed i neri basalti colonnari dell’area di Su Ollei dall’altro, l’altipiano di origine vulcanica che degrada verso il fiume del Cedrino.

Si trovano, infine, zone dall’ecosistema particolarmente delicato che sono state riconosciute come aree marine protette. Alcune di queste sono Capo Carbonara all’estremità̀ sud-orientale dell’isola, Capo Caccia ad Alghero, l’isola dell’Asinara a nord-est, patria degli asini bianchi, e Punta Coda Cavallo, una lingua di terra vicino a Olbia. A trarre vantaggio da queste restrizioni sono uccelli, tartarughe di mare, balene, barracuda e innumerevoli altri animali marini: ecco perché questi luoghi sono perfetti per le immersioni subacquee!

Le zone dell’entroterra sono rimaste completamente incontaminate dai flussi turistici e in gran parte poco conosciute al di fuori della Sardegna. Pochi sanno, per esempio, che lo stagno di Cabras, vicino a Oristano, è un paradiso per i fenicotteri o che nell’area naturale protetta della Giara di Gesturi, un altopiano basaltico a nord della Marmilla, vivono allo stato brado circa 500 cavallini di una razza endemica sviluppatasi a partire da cavalli importati sull’isola tanto tempo fa.

Non mancano anche ripide gole che ricordano il Far West, fra cui le spettacolari grotte marine. La grotta di Nettuno (Alghero) è una delle più famose del territorio sardo, raggiungibile via terra – si parte dal promontorio Capo Caccia e si accede alla grotta tramite i 654 gradini della Escala del Cabirol – o via mare. Scoperta per caso nel 1952, la grotta di S. Barbara, invece, risalente a 500 mila anni fa, si trova nei dintorni di Iglesias e può essere visitata a bordo di un trenino elettrico che percorre i primi 300 metri. Questa zona è conosciuta per il Cammino di Santa Barbara, inserito nel brand regionale “Cammini di Sardegna”, un percorso simbolo di sostenibilità e trasversalità che si snoda per circa 400 chilometri attraverso luoghi di culto, siti minerari dismessi, antiche strade, mulattiere e ferrovie usate in passato per il trasporto dei metalli.

Senza dimenticare, infine, che la Sardegna è una destinazione archeologica unica al mondo: la civiltà̀ nuragica, che prende il nome dal monumento più̀ caratteristico del periodo, il nuraghe, si è sviluppata in Sardegna lungo un arco cronologico di circa mille anni – tra il 1600 e il VII sec. a.C. – dando vita ad oltre 7000 esemplari (quelli finora censiti) tra torri singole e nuraghi complessi. Queste opere d’arte e tutti i reperti d’artigianato metallurgico basato sul bronzo, inesistenti in ogni altro luogo del pianeta, sono da soli motivo più che sufficiente a giustificare il viaggio in questa magnifica terra.

La Sardegna è geograficamente vicina non solo all’Italia, ma anche alla Spagna e al Nord Africa. I rapporti con questi Paesi hanno contribuito ad arricchire la sua cultura, ma anche la sua cucina. Nella cucina tradizionale sarda, al contrario di quanto ci si aspetterebbe, il pesce occupa una posizione piuttosto secondaria, mentre il cinghiale, la capra e la pecora sono i veri protagonisti dei piatti. Tuttavia, nella cucina sarda di tutti i giorni c’è molto di più̀. Spostandosi nelle diverse parti dell’isola, ad esempio, si possono assaggiare i più̀ diversi tipi di pane e di pasta ed anche il formaggio ha un ruolo importante, in particolare il pecorino, il più̀ importante prodotto sardo di esportazione.

Soprattutto a Cagliari, ma non solo, la scena culinaria più̀ giovane si mostra aperta alle sperimentazioni e quasi ossessivamente attenta alla qualità della materia prima, avvalendosi della vasta gamma di prodotti regionali e ovviamente di pesce, frutti di mare e crostacei.

Anche in tema di vino, parte della tradizione sarda da migliaia di anni, le ultime generazioni di viticoltori stanno, infatti, apportando interessanti novità, liberando i vini sardi della pesantezza e dell’alto tasso alcolico e lavorando ad una produzione più leggera, fresca ed elegante. Il Malvasia, un vitigno diffuso in tutta l’area mediterranea, è tipico soprattutto nella zona di Bosa, sulla costa occidentale della Sardegna. Dai vitigni autoctoni di Cannonau, Carignano e Bovale vengono prodotti vini intensi di colore rosso rubino, che, caratterizzati da un ricco bouquet di aromi, si sposano armoniosamente con i piatti della cucina tradizionale.

Per quanto riguarda i vini bianchi, invece, il Vermentino di Gallura è molto diffuso nei ristoranti delle località̀ costiere, mentre il Nuragus, risalente ai tempi dei Fenici, è noto prevalentemente ai più esperti.

Gastronomia, attività outdoor e siti archeologici sono solo alcuni volti insoliti e ancora poco noti di una ricca e incredibile Sardegna ancora da scoprire.

Elisabetta Sirignani