Biella è una splendida cittadina famosa per i suoi paesaggi e le attività produttive artigianali. Per lungo tempo città murata, nel Rinascimento la città assiste alle feroci lotte di supremazia tra i Visconti di Milano e i Savoia per il possesso del suo territorio, di fondamentale importanza strategica e commerciale soprattutto per il prodotto principe e simbolo della città stessa: la lana.
Posta, infatti, sull’antica via della Lana, sin dal 1245 sono attestati negli statuti comunali il collegio dei Lanaioli e quello dei Tessitori. Per la sua storia e per le meraviglie architettoniche artistiche che ancora custodisce, Biella negli ultimi anni è stata insignita del titolo di città creativa Unesco, di capitale della Lana e dell’arte Moderna. Arte, storia e cultura ma non solo.
Nell’interessante panorama gastronomico biellese spiccano, inoltre, alcune produzioni d’eccellenza, basti ricordare i formaggi (Macagn, Murtarat e Beddu), i salumi (paletta biellese e salsiccia di riso) e il tradizionale dolce chiamato Pan d’Oropa, in onore dell’omonimo santuario mariano che sorge a circa 12 km da Biella.
Lo scenografico chiostro del monastero adiacente la chiesa ospita, oggi, un interessante museo del Territorio Biellese, che conserva numerosi reperti che attestano le antiche frequentazioni all’interno della Bessa: dai denti di uno squalo Isurus o Galocerdo, antenato dello squalo tigre, alla cosiddetta piroga di Bertignano realizzata in legno di castagno durante l’epoca romana; dagli utensili provenienti dall’insediamento palafitticolo di Viverone, oggi patrimonio Unesco, risalenti al Neolitico, alla rarissima pintadera di terracotta dell’età del Bronzo ritrovata nel parco Naturale della Burcina; dai reperti in raro e antico alfabeto leoponzio rinvenuti all’interno della necropoli romana di Cerrione a quelli appartenenti alla chiesa paleocristiana di Dorzano.
Merita una visita anche la Fondazione Pistoletto: un progetto sviluppato a partire dal 1994 all’interno di un’ex manifattura tutelata dal Ministero dei Beni Culturali, l’ottocentesco Lanificio Trombetta, riconvertita a laboratorio creativo ed espressivo.
Gli spazi ampi e luminosi dell’ex opificio ospitano ora uno spazio culturale che si occupa di Arte, Educazione, Ecologia, Economia, Politica, Spiritualità, Produzione, Lavoro, Comunicazione, Architettura, Moda e Nutrimento, e organizza mostre, convegni, eventi speciali, showroom temporanei, workshop e laboratori multimediali, il tutto all’insegna della sperimentazione a tutto campo.
Se ci si sposta, invece, in direzione delle alpi biellesi, a circa 12 km dal centro di Biella, si raggiunge il celebre santuario Mariano della Madonna Nera di Oropa, incorniciato da uno splendido anfiteatro naturale di montagne. Il complesso comprende oltre al santuario anche un cimitero monumentale, con alcune curiose tombe che riportano talvolta simboli esoterici riferiti alla massoneria, e il Sacro Monte di Oropa e il relativo cammino, che oggi corrisponde alla chiesa originaria che qui sarebbe sorta per volere di Sant’Eusebio, vescovo di Vercelli, nel IV secolo d.C. La storia narra che fu lo stesso santo a nascondere sotto un masso erratico la statua della Madonna Nera.
Le origini di questo santuario, che sorge a 1.200 metri di altitudine, sono antichissime: fu prima luogo di passaggio e successivamente di devozione per i pellegrini che salivano a pregare di fronte alla statua della Vergine Nera. I Savoia, per cui Oropa ebbe una grande importanza simbolica e devozionale, chiamarono i più grandi architetti di corte per trasformare l’antica chiesa nel più maestoso santuario mariano dell’arco alpino.
Il complesso monumentale è inserito in una cornice naturale di straordinaria bellezza, all’interno di una Riserva Naturale Regionale di grande interesse naturalistico che comprende anche il Sacro Monte di Oropa, riconosciuto Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
I punti più suggestivi della città, le insorgenze architettoniche e la bellezza dei paesaggi limitrofi meritano sicuramente una visita perché rendono Biella la meta perfetta per un weekend in Piemonte.
Domenico Tappero Merlo