Il Festival Printemps des Arts di Monte – Carlo è uno spettacolo che da anni intrattiene il pubblico più variegato, commuovendo, emozionando e incantando.
Caratteristica del festival è sicuramente l’immersività perché dal 13 marzo al 7 aprile 2024, il Festival presieduto da Sua Altezza Reale Carolina di Hannover e diretto da Bruno Mantovani, ha proposto 25 appuntamenti, concentrati in 4 lunghi weekend (da mercoledì o giovedì a domenica) e distribuiti in 19 magnifici luoghi di Monte-Carlo e della Costa Azzurra. Il Principato di Monaco ha, quindi, abbracciato la musica con le sue note armoniose, la sua cultura e la sua bellezza
Oltre al tema conduttore, “chants de la terre” del programma 2024, ci sono stati i ritratti dedicati al violoncellista Henri Demarquette, al Quartetto Modigliani, alla direttrice Laurence Equilbey e alla sua Insula orchestra.
Due messe da Requiem sono state eseguite in occasione dell’apertura e della chiusura del festival, rispettivamente quella di Johannes Ockeghem interpretata dall’Ensemble Gilles Binchois e, in chiusura, quella scritta da Pierre de La Rue affidata all’Ensemble Clément Janequin.
In particolare, sabato 6 aprile al Museo Oceanografico a lume di candela, il Quartetto Parisii ha riunito due dei padri fondatori del quartetto d’archi con Joseph Haydn (“Sunrise” Quartet) e Wolfgang Amadeus Mozart (Quartetto “Les Dissonances”) e ha aggiunto la modernità di Francisco Alvarado.
Un’atmosfera unica sia per la luce soffusa e calda delle candele sia per la bellissima sala, dove i musicisti talentuosi hanno fatto vivere a tutti i partecipanti un’esperienza davvero creativa, nuova, speciale attraverso uno spettacolo mozzafiato ed emozionante. Si è trattato di una completa immersione nel mondo della musica e dell’arte con una magica esperienza sensoriale che ha coinvolto vista, udito e cuore.
Nella stessa serata, all’Auditorium Rainier III, è stata eseguita la versione originale per grande orchestra del Canto della Terra di Gustav Mahler, dall’Orchestra Filarmonica di Monte-Carlo sotto la direzione di Kazuki Yamada, con Marie-Nicole Lemieux e Pene Pati come solisti.
Uno spettacolo fatto d’incanto, di voci, costumi, trucchi, luci, suoni e applausi. Il ruolo che i cantanti hanno interpretato sul palcoscenico e fra le trame del libretto si è distinto, musicalmente, in base a un registro vocale che cambiava secondo l’estensione del pentagramma.
Per la chiusura, il Printemps des Arts in collaborazione con l’Opera di Monte-Carlo, ha proposto per la prima volta un programma che ha riunito Cecilia Bartoli e John Malkovich intorno alla figura di Nicola Porpora e dei suoi allievi i castrati Farinelli e Caffarelli.
Parallelamente ai concerti, si sono inoltre realizzate tavole rotonde, masterclass e riunioni conviviali con artisti, compositori e giornalisti prima e dopo i concerti.
Il Festival Printemps del Arts è stato anche un modo per scoprire luoghi inediti e ricchi di storia del Principato di Monaco e Monte-Carlo. Ben 19 sono state, infatti, le sale da concerto e gli spazi non convenzionali che quest’anno hanno ospitato gli appuntamenti del Printemps des Arts dentro e fuori “le mura” di Monaco: dall’Auditorium Rainier III all’Opera, dal One- Monte-Carlo alla Galerie Hauser & Wirth, dall’iconico Hôtel Hermitage al Théâtre Princesse Grace, dall’Église Saint-Charles al Théâtre des Variétés, dal Museo Oceanografico allo Yacht Club, dal Cinema delle Belle Arti al Nuovo Museo Nazionale di Monaco Villa Paloma, dall’Église du Sacré Coeur alla Cattedrale, dall’Atelier dei Balletti di Monte-Carlo al Club des résidents étrangers fino alle limitrofe Beausoleil (Centre Culturel Prince Jacques) e Nizza (Conservatorio e Théâtre National).
L’intento di coinvolgere i giovani è stato, infine, sottolineato dagli interventi pedagogici presso le scuole (quest’anno anche quelle italiane), da una politica dei prezzi vantaggiosa con ingresso gratuito per i giovani fino ai 25 anni di età e da alcuni appuntamenti pensati in particolare per i più giovani e le famiglie.
Il Festival Printemps des Arts di Monte – Carlo è stato un meraviglioso racconto e anche alla 40° edizione ha esaltato la capacità della musica di far dialogare tra loro le persone, le culture e i linguaggi al fine di offrire nuovi orizzonti e stimolare molteplici punti di osservazione e riflessione.
Francesca Sirignani