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L’11 luglio 2021, è stato il giorno dei Campioni d’Europa a Wembley,  53 anni dopo Gigi Riva e Pietro Anastasi.

L’ultima partita, con i giganti dell’Inghilterra, in casa della Regina e dentro uno stadio ostile, è stata una meravigliosa sofferenza. L’Italia vince perché ha avuto più cuore e più anima.

La partita è iniziata,  subito, in salita con un gol dell’Inghilterra ma l’ Italia è  riuscita a riprendere il controllo del pallone anche se il palleggio è  stato lento. I due tempi hanno visto le due squadre in parità dopo il gol segnato da Leonardo Bonucci.

Mentre i tempi supplementari sono stati una lotta pura fino ai rigori angoscianti dove il vero protagonista è stato solo lui:  il giovane rampante Gianluigi Donnarumma che, svelto come un gatto, ha parato due rigori, anche quello decisivo, allo stralunato Saka, cancellando gli errori di Belotti e Jorginho.

Roberto Mancini, commissario tecnico (C.T.) della nazionale italiana, ha quindi coronato un percorso virtuoso iniziato tre anni fa e completato in tempi eccezionalmente rapidi, regalandoci un titolo che oltre ad arricchire la sala dei trofei di Coverciano ha il merito di rilanciare un’intera nazione sotto tutti i punti di vista. È il marchio Italia che torna a brillare, con un popolo che ha riscoperto la felicità di riabbracciarsi.

Gianluca Vialli, che ha un  rapporto fraterno con Roberto Mancini fin dai tempi della Sampdoria, è stato, invece, l’uomo che ha saputo dare consigli importanti a tutti i giocatori. Apprezzato dal gruppo, ha saputo tirare fuori grinta, coraggio e momenti di riflessione.

L’ex attaccante di Cremonese, Sampdoria, Juventus e Chelsea ha, infatti, letto loro il discorso di Theodore Roosevelt, presidente degli Stati Uniti dal 1901 al 1909: «Non è colui che critica a contare, né colui che indica quando gli altri inciampano o che commenta come una certa azione si sarebbe dovuta compiere meglio. L’onore spetta all’uomo nell’arena. L’uomo il cui viso è segnato dalla polvere, dal sudore e dal sangue. L’uomo che lotta con coraggio, che sbaglia ripetutamente, sapendo che non c’è impresa degna di questo nome che sia priva di errori e mancanze. L’uomo che dedica tutto se stesso al raggiungimento di un obiettivo, che sa entusiasmarsi e impegnarsi fino in fondo e che si spende per una causa giusta. L’uomo che, quando le cose vanno bene, conosce finalmente il trionfo delle grandi conquiste e che, quando le cose vanno male, cade sapendo di aver osato. Quest’uomo non avrà mai un posto accanto a quelle anime mediocri che non conoscono né la vittoria, né la sconfitta». Queste parole sono state  la carica giusta per vincere contro l’Inghilterra a Wembley.

La squadra del C.T. Mancini ha saputo, anche, mostrare nervi saldi, capacità di soffrire ed enorme compattezza nelle sfide.  Ha dimostrato di mettere sul piatto della bilancia qualcosa più dell’ordinario, quell’insieme di passione, fame, determinazione, orgoglio e unità di intenti che – nello sport come nella vita – fa sempre la differenza. Con il compitino si sta comodi, è vero ma non si va lontano. Con il minimo sindacale si galleggia e si è a posto con la coscienza ma non si conquista alcun traguardo. Con la moderazione si evitano tanti problemi, perché sapersi accontentare, a volte, è il segreto della felicità.

Una vita senza ambizioni rischia di diventare una vita grigia, modesta, incompiuta. Meglio sognare e se si sogna, bisogna farlo in grande. Quantomeno per non avere rimpianti e poter dire «ci ho provato»!

Lo sport, in questi momenti, è uno strumento essenziale della nostra vita. Può aiutarci a stare meglio, può aiutarci a staccare temporaneamente da alcuni pensieri o momenti complicati. Lo sport può regalarci tante emozioni positive e questa vittoria ne è stata la conferma.

Francesca Sirignani