Tra la Sicilia e la Tunisia, l’isola di Pantelleria è un vero paradiso terrestre sospeso dove tutto è ancora incontaminato e affascinante.
Spesso chiamata la Perla Nera del Mediterraneo, Pantelleria è tutta un gioco di colori scuri e contrasti (proprio per la sua origine vulcanica), acque blu cobalto e paesaggi di roccia.
Sicuramente non manca il verde, che si alterna con colline brulle e nere e colate di lava che fanno sembrare Pantelleria quasi un paesaggio lunare. Dislocate lungo la costa sono le grotte, che spesso contengono vasche naturali con acqua a diverse temperature, rendendo simili questi ambienti a bagni turchi e saune, con indiscutibili benefici per la salute e la forma fisica. Merita un cenno il Lago di Venere con un particolare fango che, messo sul corpo, rende la pelle liscissima.
Il Lago delle Ondine è, invece, il rifugio preferito dalle coppie in cerca di privacy. Scendendo verso sud, lungo la costa, si incontra Gadir, un piccolo borgo di pescatori con diverse vasche a bordo mare di acque termali a differenti temperature, mentre andando verso l’interno il caratteristico Khamma è uno dei borghi più antichi dell’isola. La regina della baie di Pantelleria è Cala Levante, nel cui porticciolo si trova un approdo per piccole barche, sorvegliato dall’Arco dell’Elefante, scultura naturale gigantesca a forma di pachiderma. Altrettanto interessante è la parte opposta dell’isola, caratterizzata da coste alte, lunari, frastagliate e rocciose. Partendo sempre dal capoluogo, ma andando verso sud, si incontra la Grotta di Sataria, con all’interno tre vasche con acqua termale, utilizzate secondo la leggenda dalla ninfa Calipso durante gli incontri amorosi con Ulisse.
Pantelleria ha diversi beni che sono entrati a far parte dei patrimoni dell’Umanità dell’Unesco. A cominciare dalla vite ad alberello che, per le sue caratteristiche, viene considerata una pratica agricola da salvaguardare, promuovere e studiare. A proteggere le vigne ci sono i celebri muretti a secco in pietra lavica, costruiti con pietre non lavorate, sistemate e concatenate in doppia fila, a contatto, senza alcun tipo di malta.
I giardini panteschi sono un altro esempio di architettura dell’isola: edifici scoperchiato in pietra lavica e a pianta circolare al cui interno è conservato, chiuso da una porta, spesso un solo albero di agrume. La costruzione nasce proprio per proteggere le piante dai forti venti che soffiano sull’isola.
Le tipiche abitazioni di Pantelleria sono però i dammusi, costruzioni in pietra lavica con tetti a cupola per raccogliere l’acqua piovana, e muri spessi, perfetti per isolare sia dal caldo che dal freddo.
Pantelleria è ricca anche dal punto di vista gastronomico, famosa soprattutto per i capperi IGP, esportati in tutto il mondo, e il Passito, un vino dolce da dessert ricavato esclusivamente dall’uva di Zibibbo coltivata sull’isola attraverso un metodo di essiccazione naturale.
Tra i piatti tipici dell’isola, la pasta con l’ammogghio, il tipico pesto pantesco, il cous cous pantesco, i ravioli amari e, tra i dolci, i famosi baci panteschi, ripieni di ricotta e gocce di cioccolato.
Per quanto riguarda l’artigianato pantesco, tipici souvenir sono gli oggetti in ceramica, ferro e acciaio o quelli di sapore africano, spesso importati dalla Tunisia.
Un soggiorno a Pantelleria è un viaggio tra scogliere nere di pietra lavica a picco sul mare, vigneti di malvasia e zibibbo, aria mediorientale e sapori africani.
Elisabetta Sirignani