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Appena il Coronavirus ha varcato i confini del nostro Paese, lo Smart Working (o Lavoro Agile) è diventata la misura adottata da moltissime realtà aziendali italiane per cercare di ridurre al minimo le possibilità di contagio con responsabilità sociale al fine di portare avanti le proprie attività.

Per il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, «lo Smart Working è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività».

In tutto questo la tecnologia gioca un ruolo chiave, perché quando si parla di Digital Transformation nei luoghi di lavoro si pensa anche all’applicazione di tecnologie avanzate per connettere persone, spazi, oggetti ai processi di business, con l’obiettivo di aumentare la produttività, innovare, coinvolgere persone e gruppi di lavoro.

Le persone, attraverso lo Smart Working, hanno apprezzato il fatto di non doversi spostare per raggiungere il luogo di lavoro, una maggiore flessibilità degli orari, la possibilità di trascorrere più tempo con i propri cari quindi una  miglior conciliazione lavoro-famiglia. Inoltre la riduzione delle emissioni nocive per l’ambiente e l’occupabilità di categorie minoritarie come i disabili sono stati altri vantaggi che  hanno consentito di apprezzare  il proprio lavoro senza incorrere in rischi per la proprio salute.

L’annullamento degli spostamenti comporta, infatti, un sensibile risparmio, sia per il lavoratore (carburante, mezzi pubblici, usura del veicolo) sia per il datore di lavoro (meno consumi e bollette più basse da pagare). Inoltre i lavoratori si sentono più responsabilizzati e ciò comporta un miglioramento delle performance e dei risultati raggiunti. A cascata, questo aspetto si ripercuote in un aumento della motivazione e della soddisfazione dei dipendenti nei confronti del proprio lavoro.

Con il passare del tempo, sono emersi, però, alcuni svantaggi dello Smart Working . Ai dipendenti è mancata la socializzazione sul posto di lavoro  e per molti di loro, le condizioni di lavoro da casa sono state inospitali  a causa della mancanza di spazio, di privacy, di soluzioni d’arredo e/o di dispositivi tecnologici adeguati. Inoltre, con una suddivisione poco netta tra casa e ufficio, alcuni dipendenti hanno lavorato più a lungo, in parte anche perché senza il contatto di persona occorrevano più riunioni  per ottenere gli stessi risultati quindi il rischio di passare “al lavoro” molto più tempo delle canoniche 8 ore.

Sebbene oggi esistano varie piattaforme, tra cui le più celebri sono Trello e Slack, per coordinare il lavoro a distanza, sembra che sostituire l’informazione al volo chiesta al vicino di scrivania rimanga difficile. Le frequenti interruzioni della famiglia, se presente, e la maggior sedentarietà sono stati altri problemi da gestire con il lavoro agile.

Oggi sono molte le realtà che si interrogano se proseguire con un regime di full Smart Working o Smart Working ibrido che prevede un regime misto tra presenza in ufficio e remote working.

Molte aziende ritengono, infatti, che per l’estensione di tale modalità sia importante diffondere una cultura aziendale basata sulla fiducia nell’impresa, sull’attitudine, sull’autonomia, sulla responsabilità, sulla predisposizione al cambiamento ed sull’utilizzo di strumenti digitali. Il tutto, ovviamente, deve essere accompagnato da un sistema di valutazione dei risultati.

Lo Smart Working richiede, pertanto, competenze specifiche per supportarne la corretta attivazione in azienda. Cambia il mondo del lavoro, il modo di lavorare e  di concepire il lavoro stesso secondo paradigmi nuovi e inediti tra opportunità e rischi.

Il passaggio verso lo Smart Working è una delle frontiere del cambiamento su cui il settore della formazione può esercitare un ruolo molto importante. Questo perché ogni variazione va sempre gestita e accompagnata.

Francesca Sirignani